
Veronica è un’amica di IAMU che studia giurisprudenza a Bologna e in questo post ci racconta il percorso che ha fatto – quasi per caso – per studiare legge e come diventare modella 🙂
Chi sei?
Ciao! Sono Veronica, reggina di nascita ed emigrata al Nord per studiare.
Cosa fai di bello?

Sono una studentessa di Giurisprudenza, ormai agli sgoccioli. Durante la mia carriera sono stata anche una tirocinante presso la Corte d’Appello, una lavoratrice, tra i vari, anche nel settore della moda e della comunicazione e una studentessa Erasmus.
Sono consapevole del fatto che possa venire spontanea la domanda «Cosa c’entra lavorare nella moda e comunicazione con una laurea in giurisprudenza?». La risposta è assolutamente nulla; tuttavia reputo le mie esperienze di lavoro estremamente importanti: ho avuto modo di svolgere compiti diversi, che mi hanno aiutato nello sviluppare la capacità di problem solving e la capacità di essere versatile nel lavoro.
Ho risolto un problema per la Corte di Cassazione (sì, mi sono sentita molto importante), ho lavorato con giudici e cancellieri, ho sfilato su una passerella.
Ma ho anche fatto molti caffè e consegnato una valangata di volantini e questo mi aiutato a ricordare che un lavoro è dignitoso qualunque sia la mansione che si svolge, poiché si fa presto a passare dall’avere un aspetto perfetto ed essere circondati da truccatori e parrucchieri al passare dietro un bancone a servire patatine, noccioline e caffè. Tuttavia questo mi ha portato ad aumentare la poca tolleranza che mi era rimasta verso coloro che scelgono le proprie frequentazioni in base all’ambito lavorativo o al conto in banca.
Dove?
Io vivo a Bologna da ormai più di cinque anni. Per lo più ho lavorato qui o nei dintorni. L’Erasmus invece l’ho trascorso a Madrid (leggi in questo post la storia di Valentina, una prof che si è trasferita a Madrid per amore) e non vedo l’ora di poterci tornare: il mio periodo di studio all’estero è durato solo 5 mesi, ma mi ha dato il tempo necessario per conoscere un sacco di persone e di innamorarmi della meravigliosa capitale spagnola.
Quando-Da quanto?
In questi cinque anni ho avuto modo di incontrare personalità tra le più varie: spesso piacevoli conoscenze che sono diventate parte integrante della mia vita quotidiana, altre volte personaggi da non prendere d’esempio.
Dall’ex modella che ti chiede di perdere 8 kg in 19 giorni al datore di lavoro a dir poco egocentrico che ti costringe a prendere il telefono e seguirlo su Instagram.
Ma la cosa davvero difficile da sopportare è stata (ed è) la considerazione che il mondo maschile ha di te.
Dico sul serio!
Non capisco perché una ragazza che fa la modella o la hostess debba essere infastidita da un uomo.
Proverò a spiegarmi: non capisco perché un uomo che visita un luogo o partecipa ad un evento, debba fare affermazioni o avances più o meno volgari ad una persona che si trova lì per lavorare. Ci sono personaggi di cui potremmo fare a meno, a partire dal macho che invece di stringerti la mano dopo che gli risolvi un problema ti strizza l’occhio e se ne va, a finire dal tipo che ti fa le foto di nascosto (o credendo di farle di nascosto).
Bisognerebbe ricordare che anche le modelle, le hostess, le promoter e – perché no – anche le belle ragazze in generale non sono oggetti alla mercé di commenti random di chi non sa trattenere i propri istinti primordiali. Quello è il nostro lavoro e siamo costrette a sorridere anche a una battuta maschilista, perché una risposta scortese ci potrebbe far perdere il posto di lavoro.
Ma a questi uomini dico: ricordatevi che dietro il sorriso potrebbe nascondersi la volontà di tirarvi dietro qualsiasi cosa non sia ancorata al suolo nel raggio di 10 chilometri 🙂
Perché faccio tutto questo?
Perché credo che nella vita non ci sia mai un motivo valido per starsene con le mani in mano, perché non avrei il coraggio di spronare i miei figli o i miei nipoti – un domani – senza che io stessa mi sia rimboccata le maniche. Qualunque cosa non ci permetta di interagire o sviluppare la nostra intelligenza la vedo come una perdita d’esempio: in questo l’assoluto primato va alla televisione.
Ho 24 anni e non vedo l’ora di diventare totalmente indipendente, di trovare un lavoro vero e, possibilmente, che mi piaccia. Abituarmi già da ora a lavorare e rispettare orari, a raggiungere degli obbiettivi e assumermi delle responsabilità credo sia estremamente importante per il lavoro di domani, come è assolutamente importante la motivazione e la voglia di fare: senza quella, secondo me, non si va da nessuna parte.