Sofferenza quotidiana: così tanti giovani ragazzi trascorrono le giornate in piena pandemia

Instabilità e costante senso di soffocamento.

Questa è la colonna sonora che ha accompagnato e tutt’ora accompagna la mia quarantena, o per lo meno per la maggior parte del tempo trascorso in casa.

Vorrei poter dire di esser riuscita a migliorare me stessa, di avere trovato nuove passioni, ma non è andata così. Ho solamente iniziato a mettere in dubbio me stessa e tante altre cose. Le relazioni umane, che prima costituivano la quotidianità, sono completamente scomparse, fatta eccezione per il rapporto con i genitori. Con loro, però, è diventato sempre più conflittuale e ciò è stato causa di ulteriore stress.

Le passioni che stavo coltivando fino a più di un anno fa mi sono state tolte dall’arrivo del Covid e le giornate sono diventate sempre più vuote.

La didattica a distanza è stato sicuramente uno degli aspetti più negativi. In primis per il fatto di dover trascorrere tutto il tempo dietro ad un computer e non poter più scherzare con i compagni di classe. Poi, anche per mole di compiti assegnati e per lo stress derivante da essi. Ad un certo punto mi sono accorta di essere diventata insofferente anche a ciò e di non avere la voglia di fare anche le cose più semplici e banali.

Persino dormire è diventato più complicato: è come se fosse stato alterato il mio orologio biologico.

Cosa mi aspetto per il futuro? Non sono mai stata una persona positiva, quindi non mi aspetto molto. L’unica cosa in cui spero, al momento, è quella di riuscire a ritornare come una volta. Spero di non dover più agognare con sofferenza un’uscita con i miei amici, di poter uscire la sera e non essere preoccupata del coprifuoco, e infine di fare nuove conoscenze. Mi manca tutto ciò che rappresentava la normalità e che il virus mi ha tolto.

Mariapaola Navarra