
Da più di un anno la vita dell’intera umanità ha subito un radicale cambiamento a causa dell’arrivo del virus Covid -19.
Varie sono state le emozioni e le sensazioni provate in questo lungo periodo.
Assenza di libertà.
Ho particolarmente sofferto a causa dell’assenza di quest’ultima, che mi permetteva di incontrare le uniche persone capaci di farmi sentire speciale e importante. Coloro le quali hanno avuto la capacità di starmi sempre a fianco, nonostante il mio umore altalenante, le uniche che non mi hanno mai voltato le spalle. La libertà, una cosa sempre stata così scontata, ora è l’unica via di fuga che cerco di trovare. Eppure questo periodo di pandemia sembra essere come un labirinto infinito, il quale per il momento, continua a risucchiarmi al suo interno.
Malinconia e rabbia.
Sono state due costanti, soprattutto nel periodo di lockdown, quando ero impossibilitata di ricevere la vicinanza delle persone a me più care e con le quali, al contempo, non condivido l’abitazione. Le mie sorelle e i miei cognati hanno sempre avuto la capacità di credere in me nonostante tutto e mi hanno sempre dato forza e appoggio nei momenti più delicati della mia vita.
Ansia e pesantezza.
Sono sempre stata una persona particolarmente ansiosa e il Covid non ha fatto altro che amplificare questo mio modo di essere. In particolare, nel mese di gennaio, quando le mie sorelle e i miei cognati risultarono positivi al test molecolare. Sapere che i miei cari avessero contratto il virus ha causato in me un sacco di emozioni negative. Per tutto il mese io, mio fratello e i miei genitori, ci siamo sottoposti a vari tamponi e fortunatamente sono risultati sempre tutti negativi.
Sono state tante le mancanze in questo periodo. Mi sono mancati il contatto fisico, gli abbracci e l’affetto che ho sempre condiviso con i miei cari. Mi sono sentita come risucchiata in una situazione che sentivo così anomala per me e la mia famiglia. Ho iniziato a provare un senso di pesantezza al petto, il quale si alleggeriva soltanto con il pianto. Per fortuna, i miei amici sono sempre stati al mi fianco. M hanno dato forza e – nonostante la situazione avesse creato paura – il primo giorno dopo la fine della mia quarantena, nessuno di loro si è fatto alcun problema di vedermi, di passare del tempo con me, di farmi sentire quanto loro fossero presenti nella mia vita. Il loro supporto e la loro vicinanza sono stati fondamentali nel farmi ritrovare la felicità, che in quel periodo avevo letteralmente perso.
Allo stesso tempo è stato un periodo di grande crescita personale.
Ho compreso che nulla deve essere dato per scontato: la salute, la famiglia, l’amicizia. Ho capito che ogni momento passato con le persone più importanti della mia vita è prezioso e bisogna soltanto fidarsi e affidarsi a queste persone, che hanno nei nostri confronti unicamente fini benevoli.
Senza dimenticare l’amore. È ancora forse troppo presto potergli dare una definizione sicura, ma una persona c’è. Ed è anch’essa parte di me: condividiamo momenti unici e speciali, mi ha fatta divertire come mai prima d’ora. Avere questa persona al mio fianco in questo periodo mi ha fatto capire che l’amore ha mille sfumature. É una sensazione così bella che, a mano a mano, il peso che portavo dentro di me si è drasticamente ridotto.
Stress.
La scuola, in particolare modo, ha contribuito ad alimentare questo stress perenne, causa di conseguenza la mia irascibilità. Il fatto di dover passare cinque/sei ore dietro uno schermo ogni giorno, professori a volte comprensivi e molte altre no, la valanga di compiti giornalmente assegnatici e con scadenze prefissate. La Dad ha avuto effetti devastanti su di me e ha causato molti dei miei crolli emotivi. Tuttavia, ho come avuto la percezione che questa situazione scolastica abbia fatto in qualche modo unire la mia classe : capita ancora di scontrarci per qualche problema, ma siamo sempre pronti a difendici e ad aiutarci l’un l’altro non appena sorge un problema.
Proprio a causa delle problematiche che ho riscontrato durante il periodo di Dad, ho deciso di far ritorno a scuola appena ci è stata data la possibilità. La scuola, certamente, non è più quella di sempre : finestre perennemente aperte, mascherina tutte le ore, distanza di un metro fra compagni. Nonostante ciò, è molto più consolatorio e gratificante poter vedere le persone in carne ed ossa e non dietro ad uno schermo, condividere ogni cosa parlando faccia a faccia (pur mantenendo il metro di distanza!) con chi sai che ha sofferto come te. Andare a scuola fisicamente ha generato in me molte speranze: è come uno spiraglio di luce che, spero, ci riporti presto alla normalità.
Anche se questo momento sembra ancora lontano: oggi, dopo più di un anno, siamo ancora nella stessa identica situazione. Nessuno di noi è nella posizione di poter mettere la parola fine a questa pandemia.
Ciò che riconosco è che, nonostante tutto, questo periodo ha avuto anche i suoi lati positivi. Ho cercato di darmi tempo e di non voler ottenere tutto e subito, di darmi fiducia, nonostante tutt’oggi continua a mancare la mia autostima. Sono certa che ogni situazione, negativa o positiva, vada presa come lezione e farne tesoro, per essere delle persone migliori in futuro, per sé stessi e per il prossimo.
Aurora Fortuna