Leggere e scrivere: due soluzioni per sfuggire alla malinconia

Quando mi viene posta la domanda “chi ti ha aiutato ad affrontare questo periodo?” la risposta più sincera è: i libri.

Ho sempre bisogno di qualcosa in cui potermi rifugiare. Così mi aggrappo a ciò che riesce a farmi sentire viva anche dentro quattro mura e dietro a uno schermo. I libri mi fanno vivere non una sola vita, ma cento vite, delle quali ogni volta rimane in me una piccola parte. Vivere così tante vite in una, non soltanto mi conferisce più vitalità, ma mi aiuta a anche non arrendermi mai, qualunque ostacolo possa presentarsi di fronte a me. Anche quando sembra di non poter raggiungere la luce in fondo al tunnel, tutto passa.

Non solo: per me leggere è anche motivo di crescita.

La lettura, in qualche modo, innalza la mia autostima e – anche se so che tutto ciò che sto leggendo fa parte della fantasia – non mi sento sola, la solitudine scompare. Si può dire che nei libri è rinchiuso il mio mondo.

In un periodo così delicato ho cercato di focalizzarmi anche sulle tante inclinazioni a cui protendo e una di queste è sicuramente la scrittura, che rappresenta il rifugio in cui ogni maschera di me stessa che appare alle altre persone scompare. Scrivendo, riesco a travasare ogni pensiero che passa per la mia mente, resto soltanto io e non importa quanto sia brava nel farlo, ma quanto conti per me. É uno degli aspetti che, come la lettura, rimarrà sempre in me, la via che conduce alla felicità interiore.

Ho approfittato di questa quarantena anche per far nascere nuove idee e nuovi svaghi.

Nonostante la voglia di rinchiudersi in un guscio ed estraniarsi dalla realtà, ho iniziato a fare sport in casa e anche in chiamata online, tramite la tecnologia che fortunatamente oggi consente di mettersi in contatto con chiunque tu voglia. In questo modo, il tempo trascorreva con leggerezza, tra una risata e un’altra. L’amicizia in questo periodo è stata fondamentale: condividere una medesima situazione e provare molteplici emozioni che sembravano trascinarti nel fondo dell’abisso è stato rassicurante, almeno non mi sono sentita sola!

Ma non solo l’amicizia: anche la mia famiglia, come sempre, è stata una costante, un punto di riferimento che ha sempre cercato di incoraggiarmi, supportandomi e spronandomi a non mollare. Nonostante la lontananza, la nostalgia e la malinconia, tutti i miei familiari mi hanno fatto capire quanto nei momenti difficili e bui ci si possa sostenere a vicenda.

Dunque ho sempre cercato di trovare la mia quotidianità e normalità, la mia strada, anche in un periodo di reclusione che il mondo intero ha dovuto affrontare. E la quotidianità l’ho ritrovata nelle parole che scambiavo con gli insegnanti e i compagni di classe in videolezione, anche dietro a uno schermo, nello stare insieme alla mia famiglia, nel ridere con gli amici, nella speranza di tornare presto alla normalità senza mai perdere la grinta.  

Stella Marrella