La storia di Fabrizio: come partire verso l’Australia zaino in spalla

Un viaggio dopo il diploma lo ha fatto innamorare della terra dei canguri. Così a 22 anni ha scelto di lasciare tutto e partire per il continente lontano. Il racconto di un'esperienza fantastica e ricca di fatiche quotidiane

fabrizio australia IAMU

In questo post, un amico di IAMU, Fabrizio ci racconta la sua esperienza di viaggio (che poi è diventata la sua nuova vita) e quando ha scelto di partire verso l’Australia con zaino in spalla e tanta voglia di avventura.

Hello guys! Mi trovo un bel po’ distante dalla mia terra natia!! Vivo “down under” nella terra dei Kangaroo…

Ma si avete capito bene: mi trovo in Australia!

Molti si chiederanno perché un ragazzo di 22 anni decida di partire, come abbia fatto e altre mille domande su questo mio viaggio alla scoperta di un isola che è grande 2 volte l’Europa ma in realtà ha solo 25 milioni di abitanti.

Beh, parto da un po’ lontano ovvero circa 3 anni fa, fresco di diploma superiore parto con un mio carissimo amico in un viaggio di un mese alla volta di Melbourne, Alice Spring and Sydney. Che dire, mi sono proprio innamorato!!

In questi 2 anni di mezzo ho lavorato, ho risparmiato per tornarci con il “working holiday visa”, che è un visto che ti permette di lavorare e viaggiare per un anno in Australia.

Sono partito il 25 agosto dall’Italia (Reggio Calabria), e sarei dovuto arrivare a Melbourne il 26… ma sai qualche volta anche nella sfortuna capita di essere fortunati.

Ho preso il volo per Roma alle 6.50, siamo atterrati a Napoli per una tempesta che ha visto coinvolto Fiumicino.

Ok, con estrema calma ho pensato di essere in un film, sono arrivato a Roma alle 11 ovviamente avevo perso tutti i voli. Faccio una fila di 2 ore al banco dell’Alitalia ed ecco che il film prende sempre più vita: «Il volo di domani per Melbourne è pieno in economy, viaggerà in prima classe e stanotte dorme all’Hilton».

Io non ci credevo, davvero come in un film! Wow!

Salgo su questo gigante dell’aria alla volta di Abu Dhabi e poi Melbourne venendo servito e riverito come un re (vi ho messo le foto per dare un’idea).

Arrivato a Melbourne il 27, vado subito in ostello (ricorda bene, sono un backpackers mica un figlio di papà) però la stanchezza si fa sentire e crollo subito nel letto.

Il primo giorno in Australia è stato veramente un casino, perché il mio inglese faceva veramente ridere, gli Australiani hanno un accento che all’inizio è davvero incomprensibile… non so tutt’ora come ho fatto ad avere un numero di cellulare, aprire un conto in banca e attivare l’equivalente della partita IVA.

Ho iniziato ad andare a scuola per imparare o quanto meno cercare di capire questa lingua tanto odiata ai tempi della scuola. Imparare la lingua mi è servito più di ogni altra cosa ad ambientarmi in un’altra cultura e in un’altra mentalità, completamente diversa da quella italiana.

Un esempio?

Mi è capitato di andare a mangiare da solo e qualcuno si è seduto accanto a me tanto per mangiare in compagnia e fare due chiacchiere niente più (in Italia avremmo pensato: ma che vuole questo? meglio andare via subito!).

In Australia puoi trovare gente di tutto il mondo, pensa che il vero Australiano sarebbe l’aborigeno non la bionda-alta-occhi azzurri che ti sorride quando cammini per strada (cosa che amo!) quindi immagina come tutto queste insieme di culture, etnie e mentalità fa si che questa sia la terra dello straniero.

In questo mese a Melbourne sono andato a scuola ma ho cercato pure qualche lavoretto, ho vinto 3 tornei di beer pong con il mio “coppio” olandese Bart e ho pitturato qualche casa per tirare su quei dollari che mi permettessero di uscire la sera a bere delle birre.

Finita la scuola si va nella tanto attesa farm… ah già dimenticavo, con questo visto se lavori 88 giorni in una farm ovvero una fattoria o qualunque cosa che sia denominata con il lavoro nelle rural area (cioè tutta l’Australia è rural tranne le città) il governo ti rilascia un altro anno di permanenza. Bene, ora si fa sul serio! Niente più bella vita serate e cazzeggio, lavoro duro, lavoro nei campi come fecero i nostri nonni. Sono andato a raccogliere cipolle, sì, avete capito bene: cipolle (puoi leggere in questo post come è andata)